“Harper’s Island”

it.wikipedia.org/wiki/Harper’s_Island

Wikipedia mi dice che rai2 aveva trasmesso questa serie ben 4 anni fa, ma io non penso che sia così tanto tempo fa che ho intravisto questa serie ad un orario orrendo. Ma io non ho molto senso del tempo e quindi potrebbe anche essere.

Comunque adesso è stata replicata su Giallo al venerdì sera dalla prima serata. Due o tre puntate e via la serie è scivolata come niente fosse. Ammetto di essermi persa qualche puntata qua e là (visto che ogni tanto ho anche una vita sociale normale), ma non mi sono persa il senso della vicenda anche se…anche se…qualcosa mi sfugge.

Per farla breve è una specie di vendetta all’ennesima potenza splatter con modalità alla “Dieci piccoli indiani” di A. Cristie.

I personaggi sono monolitici e, tranne qualcuno, abbastanza odiosi e con la moralità un po’ discutibile (la scena dei soldi è emblematica), ma le ragazze vincono il premio “urlatrici da film horror”: ho dovuto abbassare l’audio a volte.

La trama è semplice. Due giovani fidanzati decidono di sposarsi ad Harper’s Island dove lui ha vissuto per tanto tempo, ma il loro matrimonio non si riuscirà a svolgersi per il susseguirsi incessante e devastante di morte di ogni personaggio e invitato. Punto. O meglio: scopo della vicenda diventa non solo salvarsi la vita, ma anche scoprire perché e se il tale è lo stesso assassino che anni prima aveva ucciso un po’ di persone impiccandole all’albero più grande dell’isola (ho intuito il perché di questo primario omicidio seriale però posso essermi persa dei pezzi). Quindi è prendere un film x horror di serie z e moltiplicarlo per 13 puntate. Perché ho continuato a guardarlo allora? Perché scoprire la motivazione di omicidi così gratuiti mi solletticava di più che guardarmi la cronaca nera o la politica anche il venerdì sera.

E arrivi alla fine che, eliminate oramai tutte le pedine in gioco, capisci chi è o sono gli assassini e rimani basito. Ma da bo’? Veramente? Va bene il colpo di scena, ma davvero non c’è un serio motivo se non la pura follia del cattivo scoperto: follia e cattiveria assolutamente gratuita e giustificata fino a un certo punto.

Con occhi critici posso dire che la serie è troppo lunga e tirata per i capelli per la trama che c’è sotto. Che si poteva fare un bel film (magari c’è e io non lo so) tagliando, sistemando e spiegando meglio il tutto. Unico personaggio che terrei ma che farei morire in atroci sofferenze è la bambina che è veramente odiosa e indisponente. Okkei ha subìto tutti i traumi del mondo, lo shock l’ha resa insensibile, ma non capire che dire la verità in quel frangente significa la vita e che se le persone muoiono lo fanno davvero è sinonimo di intelligenza e il contrario di perversione.

In più il tema dell’isola isolata e inarrivabile (a un certo punto tutte queste isole diventano buchi neri in mezzo al triangolo delle Bermuda tempestato da Katrina) è oramai troppo abusato nel panorama della serialità, ma sempre veramente poco sfruttato…tanto vale ambientarlo in alta montagna. Anche se devo ammettere che qui tutti gli ammennicoli legati alla nautica e alla pesca hanno dato il loro senso.

Vabbè, è andata. Non ci spenderei una seconda visione, anche solo occasionale. L’ho visto, è archiviato, vabbè.