Metti una sera di fine ottobre, in montagna a casa di amici, chiacchierando e mangiando e bevendo; metti che fuori fa freddo e dentro il camino scalda e un cane coccoloso passa da uno all’altro invitato; metti che è la sera di Halloween e un po’ di paura bisogna averla che tu la racconti o la guardi. Metti che…che è stato il mio fine settimana dei morti e sembra l’inizio di un film horror! Invece i film ce li siamo guardati sballando orari e fregandocene di tante cose se non star bene. Questo è uno dei due e perfetto per la notte piena, cercando di stimolare le peggio paure dell’inconscio. E ci è anche riuscito con me, anche se devo ammetterlo certe scene crude ma non violente mi hanno infastidito più che certi fatti di cronaca nera, costringendomi a guardare a fatica.
L’horror è un genere che amo e odio allo stesso tempo, proprio perché avendo una buona immaginazione se girato bene esso suscita i miei incubi vari ed eventuali. Purtroppo da tantissimo tempo la filmografia di genere ha fatto uscire le peggio cose, magari ricalcando successi del passato, ma mostrando più zizze e sangue che trame vere e proprie; in più ci si è completamente dimenticati che cosa fa veramente paura è il nostro cervello e la sua capacità di sublimare il non detto e di tirar fuori cose che nella storia sono lasciate o buttate lì proprio per quel motivo. Un buon horror paradossalmente parte dal lettore e poi torna sullo schermo…
Partiamo con ordine però.
Regia: 8. Era tantissimo tempo che non avevo strizza guardando un horror e qui l’ho avuta (anche se purtroppo si è persa sul finale). S.D dirige con maestria 3 attori fondamentali: un Ethan Hawke smagrito e depresso, ma senza essere troppo monomaniaco; una musica attrice comprimaria; una storia che si dipana su più fronti. A tutto questo aggiunge una fotografia magistrale e la scelta di pochi attori a dividere la scena. Tutto il film si svolge come una perfetta opera concertistica, trasformando un “banale” thriller in un vero horror psicologico e paranormale.
Sceneggiatura: 6 E questo è un voto basso perché in realtà il film si basa su un’ottima scrittura, priva di buchi narrativi e di bazze pseudo teologiche: solida, logica, consequenziale che unisce due generi in una sola scena. Eppure…eppure…qualcosa non mi ha convinta. Non mi ha convinta la scelta totalmente paranormale…ATTENZIONE SPOILER!!!! che giustifica la scomparsa di un bambino in ogni scena del crimine: mr. boogie man. In Italia il concetto dell’uomo nero è presente, ma nella cinematografia ben poco usato, mentre in quella anglosassone e americana soprattutto invece sì: da l’idea che dall’altra parte dell’oceano siano totalmente terrorizzati dall’idea di un qualcuno che possa rapire i bambini per scopi malvagi. Un’ossessione che è qui sostenuta ancora una volta, ma che purtroppo perde consistenza verso il finale. Scoprire chi compie gli omicidi di famiglie, in un arco di tempo abbastanza lungo, e il perché scompaiano alcuni bambini è il nodo del film, ma avendo caratterizzato tutti il film in un’atmosfera realistica e persistente arrivare a una banale scena di possessione e rapimento sovrannaturale svilisce tutto il lavoro precedente. Avendo lavorato tantissimo sul protagonista, caratterizzandolo bene nella sua mania di rivalsa da scrittore in decadimento, vedere con quale velocità si liquida tutto mi ha infastidito. Sì, io avrei cambiato il rapporto di fra l’Uomo Nero e le sue vittime, dando più consistenza fisica e temporale, creando più collegamenti visibili con i segni, i posti e le persone, mentre invece questa parte è (tranne per un solo e non ben spiegato particolare) un po’ buttato su.
Sceneggiatura e costumi: 7. C’è poco da dire o da fare quando si ambienta un film nella contemporaneità: o è realistico o no. Questo lo è e va bene così.
Fotografia: 8. E’ strano dirlo, ma questa volta non si può prescindere dalla fotografia per essere guidati nei vari piani della storia: dai filmini super 8, alla discesa nell’ombra del protagonista, dal proiettore puntato negli occhi, alle pareti colorate dalla piccola di casa. Tutto ben dosato, scivola da un piano all’altro sottolineando e un po’ preparando lo spettatore a quello che dovrà vedere.
Musica:8. Finalmente un film horror che riprendendo i vecchi stilemi del genere usa la musica e non la subisce. Essa sottolinea tutto, enfatizza tutto e terrorizza come deve fare. Ricorda un po’ l’immortale sequenza dei Goblins in “Profondo Rosso”. Quando si sentono certe note nel film, si capisce subito dove si vuol andare a parare e…paura!
Effetti speciali: 7- Pochi, giusti e che ti fanno saltare dalla sedia solo a cose fatte, ma senza l’effetto splatter di molti film contemporanei. Non ho molto apprezzato lo svelamento del cattivone, perché ricorda un po’ “Scream” in salsa deformata. Mentre il bambino con terrori notturni dovrebbe essere rinchiuso da qualche parte nel film…
Cast: 6 Tutto gira attorno al protagonista e sinceramente il resto del cast poteva anche stare a casa (come l’inutile personaggio del vice sceriffo…). Questo è un peccato perché alla fine non è che siano molto valutabili gli altri attori, oscurati da E.H magro, con la solita faccia da giovane dietro a quella di adulto, bravo senza strafare, che gioca sulla mimica e sul corpo più che sulle parole. Bravo, non la sua miglior performance, ma bravo.
Voto: 6-7 Malgrado tutti i voti tecnici siano alti e pur apprezzando la bravura del regista di girare questo film, la scelta della sceneggiatura mi ha portato a vedere questo film come niente di così nuovo ed eccezionale, ma anzi mi rimane la sensazione che abbiano sprecato una buona occasione.