“Capitan Harlock” di Shinji Aramaki

Potevo non andare a vederlo? Potevo non rischiare che un mito della mia infanzia venisse trasformato per il grande schermo e io non ne vedessi il risultato? Potevo non aver paura che tutto fosse una emerita scemata? No, non potevo, quindi con una buona compagnia mi sono andata a vedere il film e…sono dubbiosa.

http://www.mymovies.it/film/2014/spacepiratecaptainharlock/

Prima di tutto bisognerebbe che chi fa le recensioni per i siti di cinema si studiasse un po’ la materia e non la valutasse così come gli viene spiattellata, questo perché il cartone animato che abbiamo di fronte non è quello che i “ragazzi” della mia età (e qualcosa di più) hanno visto da bambini o quasi. Questo è uno dei tanti momenti della vicenda del pirata più famoso dello spazio che mai è arrivato da noi, fra lungometraggi, fumetti e rivisitazioni (sinceramente non capisco la moda di questi giorni di rifare qualcosa che è nato nel passato e che ha funzionato per quello che ha raccontato, così come era. Per i film può funzionare, ma il fumetto…non mi convince).

Se avete tempo, voglia e sana nerditudine guardatevi questo sito: http://www.animenewsnetwork.com/encyclopedia/anime.php?id=1238

Comunque, torniamo a noi e al film. Una volta che ho compreso che niente assomigliava vagamente ai miei ricordi (ma per un po’ è stato difficile) ho cercato di godermi la trama e lo svolgimento della vicenda. Sarebbe stato bello fare se non fosse che i dialoghi sono assurdi. Quindi partiamo con la scheda tecnica, via!

Sceneggiatura: voto 6. Voto di media perché per la sceneggiatura vera e propria tutto fila abbastanza bene. C’è il pirata e la sua truppa, c’è il cattivo, c’è la dannazione, c’è il pentimento, c’è la tragedia, c’è soprattutto l’Arcadia. Tutti elementi che più o meno ti aspetti da un film del genere e per di più giapponese. Il rapporto conflittuale fraterno che scatena e dipana tutta la vicenda (chissà come mai? Eppure nella cultura giapponese non dovrebbe esserci un Caino e Abele come da noi, ma sta cosa li ossessiona) è ben strutturato, anche se in realtà credo che avrebbero dovuto sviscerarlo meglio non tanto per non fare i colpi di scena, ma per rendere il tutto più fluido e più comprensibile e condivisibile per lo spettatore. Okkei che ci sono appassionati, nerd della prima e seconda ora o generazione, ma in sala sarà capitato anche un’anima sprovveduta che nulla sapeva se non che c’era un pirata, una nave fichissima e poco altro. Su due parole in più non facevano male. O meglio due parole meglio spese non facevano male, perché per me tutto il film cade sui dialoghi. Un mio caro amico mi ha detto che molto probabilmente è colpa dei traduttori italiani che per fare star tutto quello che dicono i giappi devono condensare, non capire nulla (ammettiamolo: i giappi nei fumetti si fanno un sacco di seghe mentali!), metterci termini tecnici e in inglese a casa con il risultato che se ti fermi a cercare di capire i dialoghi vedi che c’è il vuoto. Questo film è per i dialoghi un inno alla supercazzola di “Amici miei”. Punto. Forse dovremmo dar loro un premio, ma è fuori contesto, quindi ciccia. Comunque sia, al di là delle colpe, il film è inascoltabile e davvero tutto ciò non lo capisco. Molto probabilmente io sono fiscale, ma magari avere un po’ di senso in quello che  ascolto è una cosa gradita. Quindi cari i miei traduttori o autori fatevi un esame di coscienza e chiamate la vostra maestra delle elementari e chiedete scusa.

Regia: 6 Per un lungometraggio a sfondo fumettistico è difficile capire quanto il regista riesca a fare bene il suo lavoro e se non sia piuttosto il caposquadra di una equipe che deve ben lavorare insieme. Per questa spersonalizzazione il voto è sufficiente, ma niente di più (avesse controllato i dialoghi! 😀 )

L'Arcadia: a sinistra quella del film, a destra quella del cartone animato
L’Arcadia:
a sinistra quella del film, a destra quella del cartone animato

Scenografia: 7 e mezzo. Basterebbe l’Arcadia per far innamorare tutti i fan. Non sarà la stessa, ma ne mantiene il senso, quel vago senso di tamarraggine piratesca di cui tutti noi ci siamo beati inconsapevolmente per anni e anni della nostra fanciullezza. Se la sala della confederazione di Gaia è un classico che ti aspetti con quella sua estetica settecentesca italiano-francese-austriaco; se la moderna serra ricordo dell’ufficiale disabile Ezra è quel giusto mix fra tecnologia e sentimento; se le astronavi della terra sono lineari, varie, ma semplici; nell’Arcadia c’è il meglio del meglio del meglio in fatto di tecnologia, mistero e…pirati! L’Arcadia è un vero e proprio personaggio ed è stato reso meglio di tanti altri.

Costumi: 8 Harlock è lui. Con la benda, la chioma fluente, il mantello che vola nell’aria, la spada moderna, i pantaloni stretti, la giacca stretta (vabbè ci sono gli stivali con le zeppe di metallo, ma quanto sono fichi! ), con il suo modo di muoversi, guardarsi e sedersi. Meeme è diversa, ma come l’altro personaggio femminile deve dare un po’ di prurito sessuale agli spettatori (ma siamo proprio convinti che i giapponesi siano così fissati con il sesso e non siano solamente molto furbi da metterlo ovunque. A sto giro hanno anche imparato il “valore” delle scene della doccia, come i nostri vecchi film pecorecci!), quindi lasciamo perdere. I comprimari della nave, gli altri pirati, sono un misto steampunk, mozzi classici e warhammer 4000, però rendono benissimo e a noi sono piaciuti un sacco. Ezra è quello che ti aspetti, ma non stona per nulla. Tutti i costumi sono nella scia di quello che ti aspetti, ma perfetti.

Musica: 6 Di solito i cartoni animati sono più musicati anche inutilmente, ma qui è un buon accompagnamento senza mai superare la soglia. Però non me la ricordo (questo commento lo sto dicendo troppo spesso, quindi o io inizio a essere molto disattenta alla cosa o davvero è diventato un elemento molto secondario…mah…).

Effetti speciali e disegno: 10. Può non piacere la scelta del disegno, ma è quello del momento, quindi non lamentiamoci, anzi in confronto a molti altri è equilibrato, logico, anatomicamente sproporzionato ma accettabile. Quello che davvero fa di questo film un buon film da vedere sono proprio gli effetti speciali. Lo vedi da ogni situazione: la nave che esce dalla nuvola nello spazio, i combattimenti, le gocce d’acqua, i capelli, i petali che si muovono al soffio del vento, la pelle dei protagonisti. Davvero, c’è una cura che sorprende e che ogni tanto ti fa pensare di trovarti a un film con esseri umani e non con disegni. Poco da dire, va visto solo per questo.

Voto: 6 e mezzo E’ relativamente basso, ma davvero i dialoghi e certi ritmi lenti e senza senso hanno mortificato tutto il lavoro di tecnologia e di “ricostruzione” che c’è dietro. Questo film è ben costruito, ma manca l’anima della vicenda, manca quel senso vero di libertà che tutti noi abbiamo vissuto guardato il cartone animato. Mi spiace, ma se un film non ti colpisce l’anima, può avere tutta la tecnica che volete ma rimarrà per me un film vuoto.